israele * gerusalemme * hebron * cisgiordania * mar morto
Quando dici ad amici e parenti che farai un viaggio in Palestina la reazione è di sbigottimento. Perché proprio lì? È pericoloso! Non puoi passare prima da Israele, poi ti fanno il timbro sul passaporto e non puoi entrare più in altri paesi. C’è qualcosa di vero in tutto questo?
La risposta, ovvia e scontata, è ovviamente no!
I pericoli che si corrono in Palestina sono davvero limitati, la popolazione (e perché dovrebbe essere altrimenti!) è disponibile e amichevole, ma i check-point degli israeliani son parecchio invadenti. E se lo sono per noi, quanto lo possono essere per i palestinesi?
Abbiamo passato una settimana tra Tel Aviv, Gerusalemme, Hebron e il Mar Morto, ci siamo spostati in sia in autobus che in servis, ovvero macchine o furgoncini che fanno la spola tra una città e l’altra. I servis si fermano in punti fissi delle città: informatevi in merito al luogo, raggiungetelo e fate capire dove volete andare. Vi faranno sedere su un mezzo: non ci sono orari di partenza, bisogna aspettare che si riempia.
Tappa 1 del viaggio: Tel Aviv- perchè andare?
È una delle città più interessanti dell’intero Medio-Oriente, grazie a quel magico mix di modernità e tradizione che si respira nelle sue strade. In due giorni potete vedere la maggior parte dei luoghi di interesse, ma avrete poco tempo per rilassarvi e godervi la sua atmosfera. Il primo giorno potete dedicarlo alla zona marittima, facendo una lunga camminata che parte da nord, dal Porto Vecchio, attraversa le principali spiagge della città (tra cui Nordau Beach dove uomini e donne vanno a giorni alternati perché devono rimanere separati) per arrivare, dopo qualche ora, alla città antica di Giaffa, pochi chilometri a sud di Tel Aviv (in verità fa parte dello stesso agglomerato urbano). Perdetevi prima nelle sue intricate viuzze, poi godetevi il tramonto sul mare prima di mangiare in uno dei tantissimi ristoranti che punteggiano la zona nuova.
Dedicate il secondo giorno ai quartieri interni: prima fate acquisti al Mercato Carmel poi dirigetevi nel Quartiere Yemenita, dove la modernità dei grattacieli lascia spazio ad un reticolo di strade strette e affollate: entrate in un qualsiasi ristorantino e ordinate hummus e verdura, è questa la zona migliore dove pranzare. Potete passare il pomeriggio a Neve Tzedek, antichissimo quartiere ebraico di Tel Aviv, dove ad ogni angolo potrete ammirare abitazioni dall’architettura più europea che medio-orientale e fate in modo di essere al calar del sole a Florentine, dove tra un bicchiere e l’altro vi immergerete nella vivace street-art della città.
Noi abbiamo dormito all’Olympia Hotel by Zvili Hotels, perché abbiamo trovato un’ottima offerta, altrimenti avremmo dormito al Florentine Backpackers Hostel, centralissimo e con un’atmosfera invidiabile.
Tappa 2 del viaggio: Gerusalemme – perché andare?
Tutti vi diranno: perché l‘atmosfera che si respira a Gerusalemme è unica e magica. Sarà banale, ma è assolutamente vero. I motivi classici per andare li conoscete: Muro del Pianto e Spianata delle Moschee. Noi vogliamo darvene almeno altri due. Il primo è Mea Shearim, il quartiere ebreo ultraortodosso dove vivono ebrei haredi in strettissima osservanza dei principi religiosi. Andateci, assolutamente, ma portando rispetto: vestite adeguatamente (gonne e pantaloni corti, così come le scollature, non sono ben viste) ed evitate di fare troppa confusione.
Il secondo motivo, oltre a quelli classici, per andare a Gerusalemme è fare un giro nella città vecchia durante la sera o addirittura la notte: i turisti sono spariti, i tour organizzati sono in qualche hotel a quattro stelle nella parte nuova della città, e tutte le attività sono chiuse. Sarete soltanto voi, qualche gatto che miagola e la luna ad illuminare un labirinto di stradine dove vorrete perdervi. Per godere di questo momento unico è una buona idea passare la notte nella città vecchia: noi abbiamo dormito al Chain Gate Hostel, che sarà anche umido e angusto, ma è a dieci passi (sono veramente dieci!) dalla Spianata delle Moschee.
Tappa 3 del viaggio: Abu Dis – perchè andare?
È la città palestinese più vicina a Gerusalemme. Gli israeliani hanno costruito una barriera per dividere Abu Dis e Israele: questo muro è il primo simbolo di separazione e sofferenza che vedrete. Prendete un servis da Gerusalemme, fermate ad Abu Dis, fate un giro per il suo minuscolo centro, fermatevi a parlare con qualche locale (come potete immaginare qui sono più arrabbiati che altrove!), pranzate e prendete nuovamente un servis alla volta di Gerico.
Tappa 4 del viaggio: Gerico – perché andare?
Gerico è considerata la più antica città del mondo. Ci si va per visitare importanti luoghi di culto legati alla Bibbia e al cristianesimo. Ma per apprezzarne la potenza iconica non è necessario essere credenti. Il Monte delle Tentazioni è il luogo dove il diavolo ha tentato Gesù durante il suo digiuno nel deserto. Raggiungere la vetta con la funivia è consigliato non solo ai meno allenati ma anche perché il lungo percorso sorvola un panorama piuttosto interessante. A Qasr al-Yahud, il luogo del fiume Giordano dove si pensa sia stato battezzato Gesù è una brutta e inutile attrazione turistica, mentre sotto l’albero di Sicomoro dove si ritiene che Zaccheo, dopo convertito, si ritiene si sia arrampicato per vederlo passare potete fare incontri interessanti: sapendo che prima o poi qualche turista ci passa (non che se ne vedano tanti in città) alcuni locali si fermano sotto la sua ombra per raccontare agli stranieri quanto i settlement degli israeliani siano una spina nel fianco per la loro economia già disastrata. Abbiamo dormito al Sami Youth Hostel, la sistemazione ideale ed economica per qualsiasi backpackers.
Tappa 5 del viaggio: Mar Morto – perché andare?
Tutti sanno che grazie alla quantità di sale presente nelle sue acque, nel Mar Morto, che in realtà è un grande lago, si galleggia naturalmente. Le sue acque e i suoi fanghi hanno importanti proprietà rilassanti e curative. Insomma: sono enormi terme a cielo aperto. Il modo migliore per arrivarci è prendere una macchina dal centro di Gerico, chiedendo per strada. Qualcuno si offrirà sicuramente di accompagnarvi per una somma molto onesta. L’ingresso agli stabilimenti balneari (da Gerico arriverete a Biankini in), purtroppo, non è altrettanto a buon mercato: ma l’esperienza è di quelle che non si dimentica. Tenete mezza giornata in tutto per il bagno nel Mar Morto, andata e ritorno compresi.
Tappa 6 del viaggio: Hebron – perché andare?
È probabilmente la città che rappresenta in modo più tragico la lotta tra arabi e israeliani: nello stesso luogo sorgono infatti la Tomba dei Patriarchi e la Moschea di Ibrahim, un luogo di culto sacro sia per gli ebrei che per i musulmani e che ha rappresentato il motivo e il teatro di scontri sanguinosi. Oggi gli israeliani con i loro insediamenti minacciano dall’alto anche il suq della città vecchia. Oggi la tensione è palpabile ad Hebron e la presenza di muri e filo spinato che dividono le due popolazioni sono il simbolo di una ferita ancora aperta e sanguinante.
Hebron: il conflitto arabo-israeliano
Non dimenticate il passaporto in albergo o ai vari checkpoint soldati poco più che adolescenti non vi faranno passare, limitando i vostri spostamenti. Ad Hebron si va più per imparare e capire che per fare i turisti.
Il nostro itinerario non ha toccato città come Nablus e Betlemme, sicuramente interessanti, ma fuori da un percorso funzionale all’arrivo ad Hebron, che vi consigliamo di fare come ultima (obbligatoria) tappa di un viaggio che probabilmente cambierà il vostro modo di vedere il mondo. In Cisgiordania vorrete tornarci, ma per aiutare, non solo in vacanza.