bosnia * serbia *montenegro * albania * piatto povero
La colazione nelle zone rurali balcaniche è religiosamente lunga, silenziosa e decisamente energetica. Durante il nostro mese sulle montagne del Montenegro abbiamo avuto modo di sperimentare la ricetta della Popara, uno dei piatti più popolari per la colazione nella cucina balcanica.Da quelle parti la mattina di solito inizia con un caffè di tipo bosniaco forte (fratello del più noto caffè turco), da sorseggiare ancora prima di aprire davvero gli occhi. Una volta terminato il caffe, quando si è leggermente più motivati all’interazione con i propri commensali e con il mondo in generale, inizia il pasto vero e proprio. La base spesso è la stessa, latte o yogurt, formaggio, affettati e pane. Con la precisazione che tutto ciò che viene consumato molto spesso è di produzione casalinga e quindi richiede molto più tempo e attenzione che un semplice giro al supermercato. Spesso però questi ingredienti base della colazione nella cucina balcanica vengono rielaborati in versioni ogni giorno differenti, perché anche un pasto semplice possa diventare originale. Per noi l’esempio lampante di colazione perfetta è la popara, un piatto diffuso in molte aree balcaniche come Serbia, Montenegro, Bosnia (quando eravamo a Visegrad abbiamo fatto colazione con una buonissima popara!), Macedonia e Bulgaria (ecco un bel libro per approfondire La cucina bulgara – ricette culinarie di tutta la Bulgaria), ma consumato anche in Grecia e Turchia.
Recentemente abbiamo realizzato che fare il pane fresco in casa ogni giorno è rapido, economico e soprattutto emana in tutta la casa un profumo che crea dipendenza, quindi la colazione con un piatto di popara è la soluzione ideale per consumare gli avanzi di pane vecchio di qualche giorno. In questo modo si può avere pane fresco e allo stesso tempo riciclare quello che avanza: la popara è insomma economica, etica e ovviamente molto saporita! Condividiamo con voi la ricetta che ci è piaciuta di più, precisandovi però che se dopo averla mangiata non andate a zappare il campo o a pascolare le caprette almeno una corsetta per smaltire tutte quelle calorie dovreste farla!
La ricetta della popara
- Pane vecchio tagliato a cubetti di un paio di cm (non quello in cassetta che si scioglierebbe in modo orribile, l’ideale è un pane tipo toscano o montanaro)
- olio di semi
- acqua
- sale (senza esagerare)
- formaggio (per me l’ideale è usare del formaggio tipo feta che abbia una forte acidità, ma anche un pecorino molto sapido può andare)
- pepe
Il procedimento è più che semplice: non diamo dosi perchè l’ideale è andare a occhio in base al tipo e alla quantità di pane avanzato. Il risultato finale non deve essere troppo liquido, ma una specie di purea (in effetti popara potrebbe essere tradotto come purè di pane, ma detta così non suona troppo invitante). Per prima cosa mettete a scaldare un po’ d’acqua con un goccio di olio di semi in una pentola capiente; prima che l’acqua bolla unite il pane precedentemente tagliato e mescolate in modo che assorba l’acqua e diventi cremoso, senza però disfarsi completamente. A fiamma bassissima aggiungete del formaggio in base ai vostri gusti e continuate a mescolare finchè non si è sciolto. Aggiungete se vi piace un pizzico di pepe nero e servite caldissimo.
Le varianti per questo piatto sono tante: c’è chi ne fa una versione dolce, da accompagnare con conserve di frutta, chi usa il latte al posto dell’acqua o addirittura chi bagna il pane con il tè… ma credo che questa nostra versione sia davvero completa e rinfrancante, soprattutto nelle mattinate grigie invernali quando partire è davvero dura.
Sono abbastanza certa che ne esistano una o più versioni anche in Italia: se qualcuno ne sa qualcosa ci faccia sapere!
Questa ricetta non starebbe affatto male in uno dei miei libri di cucina preferiti: Veggiestan. Un viaggio alla scoperta dei piatti vegetariani del Medio Oriente.
Foto credit: Pinterest – Food for Thought