latte * cardamomo * cannella * zenzero * pepe nero
In India uno dei nostri rituali preferiti consiste nell’iniziare la giornata con un masala chai, il tè speziato indiano per eccellenza che nella snaturata versione Starbucks & Co ha conquistato le caffetterie di tutto il mondo, ma che tra Delhi e Mumbai è tutta un’altra cosa. Il chai è una bevanda molto popolare costituita da tè nero al latte arricchito da una ricca miscela di spezie: il processo di preparazione è piuttosto semplice da riprodurre a casa ma è necessario affidarsi ad una buona ricetta ed avere spezie di qualità!
In hindi la parola chai significa letteralmente tè e il termine più corretto per identificare la più comune versione al latte dolce e speziata è masala (mistura di spezie) chai. In accordo con le leggende tradizionali, il masala chai risale a più di 5000 anni fa e, secondo la dottrina Ayurveda, è stato creato da un re indiano come bevanda curativa.
In verità le sue origini risalgono al periodo coloniale inglese, durante il quale il consumo di tè tra le popolazioni locali veniva incentivato dai coloni e, visto il costo delle pregiate foglioline, gli indiani hanno trovato una soluzione originale per allungarlo con altri prodotti più economici e per renderlo più appetibile ai palati audaci dell’India, che amano i sapori decisi.
Elisa ha imparato le basi della cucina indiana viaggiando e leggendo tanti libri. I suoi preferiti:
India in cucina di P. Pant: 800 pagine per un totale di oltre 1000 ricette. Senza dubbio il libro più completo sulla cucina indiana edito in Italia.
Cucina indiana di Amandip Uppal: un tomo da oltre un chilo, tanto interessante quanto bello per gli occhi.
Le basi della cucina indiana. 85 ricette illustrate passo a passo di Jody Vassallo: la cucina indiana spiegata da una viaggiatrice, una di noi!
Il chai indiano non ha una ricetta fissa ma cambia molto a seconda della zona e anche dei gusti di chi lo prepara. Non berrete mai due masala chai identici perché basta una piccola variante nella preparazione (soprattutto nel dosaggio delle spezie) per cambiare l’equilibrio dei sapori.
La maggior parte del chai viene prodotto con un tè nero molto forte, Assam o Ceylon (perché la produzione del tè in Sri Lanka è una cosa seria!), mentre nel Kashmir (regione tra India e Pakistan) viene prodotto con il tè verde in polvere. Le spezie più usate per questo tè sono il cardamomo, la cannella, lo zenzero, l’anice stellato, il pepe nero o rosa, i chiodi di garofano, la noce moscata ed il finocchio. Alcune particolari misture utilizzano anche in piccole quantità zafferano, cioccolato, vaniglia, liquirizia e carruba. Secondo la dottrina Ayurveda, la combinazione di queste spezie aiuta a calmare e rinvigorire lo spirito grazie alle proprietà curative delle singole spezie.
Indubbiamente questi prodotti naturali hanno proprietà benefiche: la cannella è un ottimo aiuto contro il diabete, il cardamomo ed il finocchio aiutano la digestione, il pepe contiene antiossidanti, i chiodi di garofano hanno proprietà antisettiche, lo zenzero è un noto antibatterico per lo stomaco. Però il masala chai indiano viene normalmente consumato molto zuccherato, quindi meglio limitarne l’assunzione, soprattutto se necessitate di un’alimentazione povera di zuccheri.
Chai walah, i ragazzi del tè indiano
Dimenticate i beveroni di latte speziato che nelle catene di caffetteria internazionali vengono chiamate masala chai o simili. Contrariamente a ciò che avviene in tutto il resto del mondo il masala chai in india è servito in una tazzina molto piccola, per un quantitativo simile a quello del nostro caffè espresso lungo. Una decina di anni fa, alla nostra prima esperienza in India, ci siamo innamorati delle piccole tazzine affusolate di terra cotta usa e getta (i kulhar) in cui veniva servito il tè in quasi tutte le stazioni dei treni del nord dello stato. Il materiale grezzo, otre ad essere una soluzione tradizionale eco-compatibile, donava alla bevanda una particolare fragranza molto piacevole. Oggi a prevalere sono i bicchierini di vetro o quelli in carta monouso (molto meno affascinanti). Ma una cosa è rimasta invariata, a servire il chai – e a portarlo in giro su e giù per treni e bus creando una distribuzione capillare di questa bevanda caldissima – sono per lo più bambini o ragazzini giovanissimi. I chai walah (tea boy) scandiscono da secoli il tempo di ogni angolo d’India, promuovendo melodicamente il loro prodotto tra caraffe e enormi pentole.
Solitamente in occidente siamo abituati a bere il tè accompagnandolo con biscotti e dolci in generale. In India l’accoppiata perfetta è con un bel cartoccio di frittini salati, speziati e piccanti. Questi snack popolarissimi dalle infinite varianti regionali, consumati a tutte le ore del giorno e della notte, sono il motivo principale delle belle pance tonde all’indiana tanto comuni in tutto lo stato. Semplicemente non è possibile resistere al richiamo dei venditori ambulanti o delle banchette che promettono croccantissime fritture scottadito. Samosa, vada, vadai e pakora sono solo alcuni tra i più famosi dei fritti di strada che accompagnano il chai. Naturalmente, per non farsi mancare nulla, molti indiani amano accompagnare il tè anche con un dolce, spesso anch’esso fritto e ricco di latte condensato, cocco, miele e vari tipi di frutta secca (vi piace la cucina indiana? Anche a noi, e qui trovate i nostri piatti preferiti!)
La ricetta per ricreare il masala chai indiano a casa
350ml di acqua
100ml di latte fresco o intero (è indispensabile che il latte non sia scremato, o il chai verrà poco corposo)
3 grani di pepe nero
10 baccelli verdi di cardamomo leggermente schiacciati
un pizzico di semi di finocchio
una stecca piccola di cannella
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1 bustina di te nero forte (l’assam è uno dei più adatti)
zucchero bianco o di canna a piacere, secondo i gusti
Mettere insieme tutti gli ingredienti (tranne il tè) in un pentolino e portare a bollore, a questo punto abbassare la fiamma e proseguire la cottura a fuoco molto basso per circa 15 minuti, poi spegnere. Aggiungere 1 bustina di tè e lasciare da 1 a 3 minuti (a seconda dell’intensità desiderata), aggiungere lo zucchero a piacimento, filtrare e servire.