volti * sadhu * tiruvannamalai * auroville * chennai * mamallapuram
Quando nel 2012 siamo tornati in viaggio in India, dopo avervi passato più di un mese diverso tempo prima volevamo divertirci, parlare con tante persone, mangiare di tutto e scattare qualche foto per un paio di progetti. Tra questi c’era anche l’idea di realizzare una serie di ritratti di uomini e donne di qualsiasi estrazione sociale e religiosa. La nostra location? Il Tamil Nadu, India centro-meridionale.
Il viaggio prevedeva una lunga serie di paesaggi e location differenti, dalla grande città (Chennai, ex Madras, la capitale), passando per piccoli paesi come Mamallapuram o Tiruvannamalai, facendo un giro in ex protettorati francesi (Pondicherry, con tanto di visita a quel paradiso new age che risponde al nome di Auroville), arrivando fino in montagna, laddove gli indiani vanno a godersi il fresco (Kodaikanal) e infine a Rameswaram, una delle principali mete di pellegrinaggio hindu e dalle cui coste si può vedere lo Sri Lanka.
Scattando fotografie si conoscono persone stupende
Paesaggi differenti corrispondono, quasi sempre, a volti molto diversi tra loro: la condizione ideale per chi vuole scattare una serie di ritratti. Abbiamo scattato con le modalità più disparate: a volte di nascosto, per non rovinare la spontaneità dei protagonisti, altre volte chiedendo il permesso (ma mai in studio o in posizioni ricostruite), molto spesso intendendosi con gesti visto il livello di inglese non sempre eccellente dei fotografati. Nessuna distinzione tra uomini, donne o bambini, nessuna discriminante di bellezza, tipologia di lavoro o vestiario.
Abbiamo semplicemente fotografato ciò che catturava la nostra attenzione, senza troppe pretese. Guidatori di tuktuk, sadhu, bramini, mendicanti, ma anche cuochi, famiglie e pellegrini hindu.
PS: prostproduzione di Nicola Altieri – www.meganagai.it