andricgrad * mehmed paša sokolović * repubblica serba
Nel sud della Bosnia c’è un paese diventato famoso grazie ad un libro che ha contribuito a far vincere al suo scrittore il Premio Nobel nel 1961: parliamo de Il Ponte sulla Drina, di Ivo Andric, che parla proprio di Visegrad e del fiume che lo attraversa, la Drina appunto. Ammettiamo la nostra ignoranza: prima di visitare Visegrad non avevamo letto il volume che è valso il Premio Nobel a Ivo Andric. Ma ne avevamo sentito parlare tante volte, sempre con le stesse parole: il libro restituisce perfettamente l’atmosfera che si respira(va) a Visegrad e comunque in gran parte delle città bosniache che sorgono sulle rive del fiume Drina. Abbiamo quindi lavorato al contrario: siamo andati a vedere coi nostri occhi, ci siamo lasciati coinvolgere dal paesaggio e solo successivamente abbiamo rimediato alla nostra mancanza, iniziando a leggere Il ponte sulla Drina (il cui titolo originale è Na drini ćuprija). Se vuoi comprare Il ponte sulla Drina clicca qui.
Il ponte Mehmed Paša Sokolović
La città, di circa 11 mila abitanti, sorge proprio nel punto in cui il fiume Drina e il fiume Rzav confluiscono e creano insenature affascinanti ed evocative. Visegrad, trovandosi nella Repubblica Serba (che insieme alla Federazione di Bosnia ed Erzegovina compone una delle due entità amministrative della Bosnia ed Erzegovina) è a maggioranza ortodossa: troverete un paio di moschee in città, ma gran parte della popolazione del paese non vi nasconderà il suo orgoglio serbo e una sorta di insofferenza per i bosniaci musulmani (mandate giù il boccone amaro). La grande attrattiva di Visegrad, che non nasconde velleità (ancora quasi completamente disattese) di diventare una delle capitali del turismo della Bosnia, è il ponte (quello appunto sulla Drina) Mehmed Paša Sokolović, costruito in epoca ottomana (tra il 1571 e il 1577) dall’architetto Mimar Sinan e inserito nel 2007 dall’UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità. Dopo la sua costruzione i 179,5 metri del ponte, costituito da 11 arcate, ne hanno viste di tutti i colori: durante la Prima Guerra Mondiale 3 arcate sono state distrutte, mentre ben 5 sono state danneggiate durante la seconda. Negli anni della Guerra di Bosnia ed Erzegovina (1992-1995) invece il Mehmed Paša Sokolović è stato teatro del massacro di centinaia di bosniaci per mano delle milizie serbe.
Oggi quindi visitare Visegrad significa anche fare un tuffo a ritroso nel passato travagliato del paese; inevitabile non provare più di un sussulto di amarezza calcandone il celebre ponte, ma altrettanto impossibile è non rimanere affascinati dalla panorama che ci offre: il fiume Drina si srotola nella valle tra maestose montagne che creano una cornice perfetta al paesino che si abbarbica sulle sue rive. Nelle giornate di sole la rifrazione sul fiume delle case e dei pendii che circondano Visegrad crea effetti ottici che anche il fotografo più scarso catturerebbe in immagini perfette. E, mi raccomando, non dimenticatevi di visitare il ponte sia di giorno che di notte… l’illuminazione notturna lo rende, se possibile, ancora più bello.
Andricgrad: il tributo di Emir Kusturica a Ivo Andric
Dicevamo che Visegrad si appresta (o almeno prova, visto che ad oggi è poco più di una sonnacchiosa cittadina che si anima un paio di volte al giorno all’arrivo di un autobus turistico) a diventare la capitale turistica della Bosnia ed Erzegovina: a contribuire al suo sogno non è solamente il Mehmed Paša Sokolović ma anche un progetto, folle e ambizioso, di Emir Kusturica, il regista più titolato di tutta la ex-Jugoslavia. Nell’insenatura creata dal congiungersi dei fiumi Drina e Rzav infatti il cineasta ha costruito (anzi, sta costruendo, visto che nel 2017 i lavori non sono ancora terminati) a sue spese una città nella città: Andricgrad è un mini-villaggio dedicato alla memoria del famoso scrittore vincitore del Premio Nobel. La piazza principale ospita, ovviamente, una statua di Ivo Andric a grandezza naturale e attorno ad essa si sviluppano diverse attività commerciali (ristoranti, café, panetterie, negozi, un cinema) e il Centro Studi Ivo Andric. Attraversando la piazza si arriva un ulteriore spazio aperto su cui si affaccia la Chiesa di San Vito di recente costruzione. Una delle particolarità di Andricgrad è la commistione di stili architettonici che la pervadono, simbolo evidente della curiosità di Emir Kusturica per l’ibridazione tra culture: si passa dal romano al gotico, con tocchi di medievale e, perché no, di liberty. A tal proposito il regista ha dichiarato che la forma architettonica del posto che ho costruito restituisce un senso di storia universale, è la mia relazione con tradizioni e cultura, l’unico mezzo di sopravvivenza. Noi, grandi fan del regista e della sua visionarietà, avevamo grandissime aspettative su Andricgrad, che però sono state ampiamente deluse: si tratta di poco più di un centro commerciale all’aperto, che esibisce però la volontà di un personaggio popolare come Kusturica di fare qualcosa per i proprio connazionali e di far conoscere la cultura serba in tutto il mondo. In questo articolo dell’Espresso troverete un approfondimento su Andricgrad, con tutto il corollario di polemiche che lo circonda: pensate che tra le varie prese di posizioni politiche, Emir Kusturica ha deciso di inaugurarla proprio il giorno dell’anniversario dell’assassino di Francesco Ferdinando da parte di Gavrilo Princip (l’atto che ha fatto scoppiare poi la Prima Guerra Mondiale).
La conformazione geografica della cittadina è una manna piovuta dal cielo per tutti gli amanti del trekking e delle passeggiate nella natura: ogni strada che si allontana dal centro città nasconde uno o più sentieri che si inerpicano sulle montagne circostanti o seguono le rive del fiume, che noi abbiamo percorso per chilometri e chilometri. Durante il nostro vagabondare gli abitanti dei minuscoli villaggi che incrociavamo sui nostri passi ci hanno invitato a bere un caffè e a rifocillarci con una delle innumerevoli pietanze a base di carne che costituiscono la base della cucina serba e bosniaca.
Dove mangiare a Visegrad
Dopo una giornata passata a camminare sulle rive della Drina sarete sicuramente esausti: c’è qualcosa di meglio che sedersi in un ristorante, ordinare una pivo (birra) e un’ottima pljeskavica o un untissimo burek? Probabilmente no. Ma per essere pienamente soddisfatti non è sufficiente andare nel primo locale a portata di mano. Noi abbiamo chiesto un po’ di informazioni e tutti, letteralmente tutti ci hanno consigliato di andare all’Anika, un ristorante (che ha anche alcune stanze dove soggiornare) a poche centinaia di metri dal ponte Mehmed Paša Sokolović. Non mangerete niente di particolarmente originale, semplicemente ottima (e allo stesso tempo mediamente economica: per un pasto abbondante, innaffiato da due birre medie abbiamo speso 12 euro) cucina tradizionale dei Balcani. Per trovarlo mettetevi il ponte alle spalle e seguite la sua riva sinistra camminando per qualche minuto. Non potete sbagliare.
Dove dormire a Visegrad
Nonostante le ambizioni di città turistica, Visegrad non offre una grandissima scelta per quanto riguarda le sistemazioni per la notte. Noi che siamo sempre in viaggio cerchiamo di evitare gli alberghi, andando sempre alla ricerca di appartamenti: la possibilità di cucinare ci garantisce un risparmio importante e gli spazi, solitamente più ampi, ci fanno respirare maggiormente aria di casa. A Visegrad abbiamo scelto Harmony Apartments: con 25 euro avrete un letto matrimoniale, un cucinotto, ampio bagno con doccia, mini sala da pranzo (o se scegliete quello più grande una vera e propria sala) e una tv con canali satellitari. Ovviamente non mancano la wifi e un proprietario disponibilissimo. Pensate che dopo essersi speso in consigli e aiuti di tutti i generi, si è offerto di accompagnarci a Ustiprača, il paesino dove abbiamo preso l’autobus per Pljevlja (Montenegro), la nostra tappa successiva.
Come arrivare a Visegrad
Noi siamo arrivati a Visegrad da Sarajevo: tutti i giorni dalla stazione degli autobus di Sarajevo Est (Istočno Sarajevo Bus Station, a 30 minuti di autobus dal centro città – come arrivarci?) alle 15 parte un autobus che in circa 3 ore arriva diretto a Visegrad. Costo 16 marchi bosniaci, circa 8 euro. In ogni caso vi consigliamo di controllare che non siano cambiati gli orari sul sito di Centrotrans, una delle principali compagnie del paese.